Ieri il tam tam dei Social diffonde una notizia che scuote la Comunità internazionale delle Cure Palliative e dell’Hospice Care: il notissimo Dr. Robert Twycross, medico inglese pioniere nel campo, illustre ricercatore e tra i primi collaboratori di Cicely al St. Christopher’s Hospice, è morto pacificamente nella sua casa, all’età di 83 anni. Una notizia che, anche se naturale e prima o poi attesa, sorprende e lascia senza parole, perché alla morte non ci si abitua mai, soprattutto quando a lasciarci sono testimoni preziosi di un’epoca e di un ideale di vita che si è fatto storia concreta e fruttuosa.
Una lunga, intensa vita la sua, dunque, feconda e instancabilmente spesa per divulgare i fondamenti di questa disciplina, con una particolare dedizione alla Terapia del Dolore, di cui rivoluzionò e semplificò i fondamenti che poggiavano sull’intuizione del “Brompton’s Cocktail”: noto agli addetti ai lavori, esso fu il primo preparato di droghe, gin, anestetico e zucchero, somministrato per bocca a orari fissi, prima che il dolore insorgesse e divenisse insopportabile, conosciuto da una giovane Cicely studentessa in Medicina durante il suo apprendistato e poi importato, con queste modifiche, al St. Joseph’s Hospice.
Laureato ad Oxford e assunto come “Clinical Researcher Fellow” al St. Christopher’s Hospice nel 1971 da Cicely in persona, il Dr. Twycross fu un pilastro della Ricerca e della Formazione, che segnavano le due nuovissime componenti di cui l’Assistenza in Hospice si era arricchita grazie al genio della Dottoressa Saunders: Il suo operato instancabile in questo senso gli valse il prestigioso riconoscimento di “Doctor of Medicine” all’Oxford University e lo rese uno dei fondatori e degli autori del “Palliative Care Formulary”, una sorta di Bibbia delle Cure palliative per gli studenti e i Palliativisti britannici e non solo.
Dall’intervista che rilasciò in occasione dei suoi “primi 50 anni di carriera”, come gli piacque definirla nel 2021, emerge il profilo di uno studioso appassionato, di un divulgatore infaticabile, che viaggiò per il mondo, tenne conferenze, scrisse articoli e libri per condividere il suo sapere maturato nella ricerca e nell’esperienza, senza mai venire meno ad un’amabilità e ad un’umanità autentiche, segno di grandezza d’animo e di intelligenza creativa. Una bellissima persona, in poche parole, prima che un medico innovatore e un ricercatore d’eccellenza.
Nel 2000, con grande modernità e sull’onda dei tempi, insieme ad Andrew Wilcock, fondò Palliativedrugs.com, in modo da rendere più agevolmente fruibili, in tutto il mondo, informazioni sull’uso dei farmaci nel campo delle Cure Palliative attraverso il testo “Palliative Care Formulary” prima citato. Gli piaceva ricordare che non è sufficiente avere un’enorme mole di informazioni se poi manca il tempo per meditarle e farle proprie: un monito a dare il cuore a ciò che conta, per offrire una cura palliativa integrale a 360 gradi e riuscire a prendere in carico il dolore totale delle persone; un appello ad aiutare gli studenti e gli specializzandi a pensare, prima di tutto…
Il biografo di Cicely e amico del Sentiero, David Clark, ne ricorda l’intervento commovente al Memorial Service nell’Abbazia di Westminster il 7 marzo 2006, a sei mesi dalla morte di Cicely, dove, grazie alla lunga confidenza e collaborazione professionale, poté ricordarla come una “guaritrice ferita”, che fu capace di imparare dai suoi dolori a entrare in contatto con le persone e ad ascoltarne i bisogni profondi: un intenso omaggio a una donna e una professionista straordinaria, con cui condivise gioie e delusioni, successi e fatiche in un cammino impegnativo.
E poi… Come non sentire risuonare convincente il suo invito ad ascoltare le storie dei pazienti, a imparare da esse e a condividerle, a propria volta, come seme per far fruttificare compassione, ascolto attivo, contatto, competenza e umanità?
Le sue parole parlano la lingua di colei che diede vita alle Cure palliative moderne e che lo volle accanto a sé proprio agli albori, quando c’era bisogno di qualcuno che s’impegnasse a diffonderle, a renderle sempre più solide e a convincere una platea internazionale della fondatezza delle sue ricerche. Arrivederci, caro Dr. Twycross, e grazie di cuore!