“La parola al Presidente”: considerazioni personali sul Play “Cicely and David”

Come ben descritto nel pezzo scritto da Francesca Bracco, il Play “Cicely and David” ha avuto due proiezioni consecutive al XXXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP). Nel ringraziare nuovamente la SICP per avere concesso i tempi e gli spazi necessari, Francesca per la passione e la tenacia che hanno reso possibile l’evento, e tutti i partecipanti, mi permetto condividere due osservazioni personali.

La prima osservazione deriva dalla presenza di Jo Hockley, della quale siamo stati onorati, Coordinatrice Infermieristica di Cicely per 4 anni, quando Cicely era divenuta Direttrice dell’Hospice. Jo, nel suo simpaticissimo e preparato (investendo tempo e attenzione!) intervento in lingua Italiana, ha sottolineato tre aspetti. La assoluta uguale dignità di tutte le professionalità e dei volontari per un vero lavoro d’equipe. La dedizione al malato e alla famiglia come “unità di cura”. Il doveroso portarsi dietro, al bedside (al letto del pazienti), collaboratori junior per potere insegnare e tramandare le cure palliative “secondo Cicely”. Questi tre punti sono semplici, ma rappresentano il fondamento delle cure palliative “originali”.

Da qui nasce la seconda osservazione. Questa “cura palliativa” era vera allora, ma rimane vera oggi. Non rappresenta “un” modello di cure palliative, ma “il” modello di cure palliative. Sono rimasto davvero sorpreso, e grato, nel cogliere nell’uditorio, quanto apprezzamento, quanta soddisfazione, quanto “sollievo” erano presenti ed esplicitati, nel vedere che “questa” cura palliativa è possibile ancora oggi, è desiderabile ancora oggi, è realizzabile e realizzata ancora oggi. Vado a memoria, ma mi pare che una Collega Psicologa dicesse come il momento del Play avesse riempito di significato la sua partecipazione al Congresso. La valorizzazione di Cicely e del suo lavoro è attesa, è una esigenza diffusa, è un bisogno di tanti. La nostra Associazione ha la responsabilità del recupero di Cicely e del suo approccio, responsabilità rinforzata da questa proiezione, ad un tempo “leggera” e profonda. Noi possiamo porgere con fiducia e speranza la “ipotesi Cicely” a tutti coloro che la attendevano, più o meno consciamente (pazienti, familiari, professionisti volontari), e che incontrandola oggi possono dire: “Allora esiste, quello che cercavo c’è”!

Dr. Marco Maltoni

Direttore UO Cure Palliative Romagna
Coordinatore Rete Cure Palliative AUSL Romagna
Professore Straordinario MED 06 UNIBO

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