In quanto esperienza “tragica” di vulnerabilità, la pandemia da Covid-19 ci sta spingendo a una riconcettualizzazione del significato della vita umana e delle sue concretizzazioni esistenziali da elaborare alla luce di criteri di intelligibilità diversi. Da qui la proposta contenuta nel volume di assumere la prospettiva di Cicely Saunders quale emblematica di un ritorno al senso antropologico della vita colta nella sua fenomenalità. Quest’ultima, in particolare, è riconosciuta come base imprescindibile per l’elaborazione di una nuova bioetica della cura che sia in grado di tenere conto dell’umanità dell’uomo nella sua interezza. Prefazione di Carla Della Penna.