Venerdì scorso 22 novembre, al Congresso Nazionale delle Cure Palliative SICP di Riccione, un generoso spazio temporale, dalle 15,30 alle 18, è stato riservato dagli organizzatori alla doppia proiezione del Play “Cicely and David” di David Clark: una grande gioia, per noi del Sentiero, ma soprattutto un’occasione preziosa per condividere un lavoro in cui abbiamo creduto molto, secondo la “mission” della nostra Associazione che si esprime nel promuovere socialmente e culturalmente i valori incarnati dalla fondatrice delle Cure Palliative moderne, la Dottoressa Cicely Saunders.
Sì, perché la sala è stata gremita in entrambi gli orari e, soprattutto, colma di calore e di interesse che si è poi manifestato, nella sua ricchezza costruttiva, sia nelle condivisioni in plenaria che nelle conoscenze personali e nelle richieste di contatti abbozzati e da perfezionare nel tempo. Grazie di cuore a tutti, fin da ora!
Medici, infermieri, oss, assistenti sociali, volontari, un’operatrice shiatsu e una massaggiatrice oncologica, direttori e responsabili di varie organizzazioni non hanno soltanto prestato un’attenzione autentica e rispettosa durante la visione del film, a luci spente come al cinema (grazie, per quest’atmosfera accogliente, al tecnico Alessandro!), ma poi si sono lasciati coinvolgere in una restituzione libera e “a caldo” di emozioni e impressioni suscitate, appunto, dal filmato appena visto.
Non è per nulla scontato che ci si senta liberi di esprimersi, come alcuni di loro hanno fatto, con quella sincerità e commozione che traspariva dalle parole e dal tono della voce, per donare agli altri un pezzetto di sé: quanto questo è stato bello e apprezzato, prima di tutto da noi, ma anche – mi sento di dire – dai presenti che ascoltavano in silenzio e poi, rotto il primo ghiaccio, alzavano la mano e continuavano a offrire alla platea spunti di riflessione!
Insieme a me, era presente una bella squadra di persone unite e convinte di essere lì: in primis, ringrazio con vero affetto il Presidente del Sentiero, Dottor Marco Maltoni, che ha introdotto con parole autorevoli e chiare l’intera sessione, sottolineando i valori dell’Associazione e l’intento formativo del Play che andavamo a presentare, oltre al lavoro accurato che ha comportato per noi traduttrici. Poi, senza dubbio, la gioiosa presenza della produttrice Jo Hockley, infermiera che ha lavorato al St. Christopher’s con Cicely stessa: una persona speciale, che ha supervisionato, insieme a Holly Beattie, altra cara amica che ci ha raggiunte da Camerino, la traduzione “in fieri” del Play. Il suo presentarsi da sola in italiano, che sta studiando con passione, è stato un momento bello e caloroso, che ha contribuito a creare un’atmosfera familiare… Grazie, carissima Jo!
Che dire, infine, della presenza graditissima e del sostegno di altri due soci fondatori del Sentiero, Annamaria Marzi e Augusto Caraceni, seduti in sala Costanza insieme a noi a guardare il Play?
Naturalmente, non abbiamo dimenticato di onorare l’autore, David Clark, noto biografo di Cicely che ne ha catalogato scritti e pubblicazioni con un lavoro ultradecennale: questa volta non ha potuto essere presente per precedenti impegni, ma ci aveva appena scritto un messaggio ed era spiritualmente connesso, sostenendoci direttamente dalla Scozia… Comunione fondante per noi, grazie, David!
Raccontandogli a caldo la meravigliosa partecipazione del pubblico in una videochiamata prima di sera, abbiamo avuto modo di confermargli ancora una volta l’importanza di raccontare la storia dell’incontro tra Cicely e il primo “paziente fondatore, il polacco David Tasma, utilizzando le parole, ma anche altri “linguaggi di cura”, come la recitazione e le immagini: un modo estremamente efficace per coinvolgere gli spettatori nella storia e stimolare una partecipazione interattiva che faciliti la comprensione dei concetti chiave delle Cure Palliative, espressi tramite frasi originali della Dottoressa inglese e spunti narrativi disseminati qua e là a tessere la trama del racconto.
Come già Marco aveva detto all’inizio, si tratta di un “work in progress”, il primo atto di una trilogia che arriverà fino alla morte di Cicely, aiutando chi lo vorrà a riscoprire le radici dell’albero dalle lunghe fronde di questa disciplina fondamentale, complessa e delicata che “tanto cuore e tanta mente” richiede a chi sceglie di studiarla e metterla in pratica.
Siamo convinti che il Play sarà uno dei modi possibili per aiutare le Cure Palliative a diffondersi di più e meglio tra gli operatori della cura e i non addetti ai lavori, per esempio tra gli studenti e le persone interessate a conoscerle o comprenderle più da vicino: per questo suo fine educativo e formativo, siamo a disposizione di chi lo desidera, come indicato nel volantino distribuito, sia via mail che via telefono.
Nel mentre, non vediamo l’ora di potervi raccontare il resto della storia… passo dopo passo, senza fretta, ma con infinita cura e infinito amore.