Venerdì 30 settembre scorso ci si è ritrovati da varie parti d’Europa a celebrare un “Tributo a Cicely Saunders”, colei che fondò le moderne Cure Palliative riprendendo esperienze positive (e carenze da colmare) del passato e proiettandole, con la sua genialità scientifica e la sua personalità ricca di umanità, verso quel futuro di cui noi stessi siamo parte.
La presenza del Professor David Clark, suo biografo ufficiale, e della Dr. Heather Richardson, a capo del Dipartimento di Educazione e Ricerca del St. Christopher’s Hospice, ha allietato tutti con il loro essere alla mano, competenti e generosi nel condividere riflessioni, sentimenti e materiale da approfondire.
Cosa è emerso in sintesi?
David Clark ha sottolineato che Cicely era una testimone “ante litteram” di Medicina Narrativa, ma al contempo una “Social Scientist”; avendola frequentata intensamente per una decade (1994-2005), potè visionare un’incredibile quantità di materiale, selezionando e catalogando lettere e pubblicazioni scientifiche e dando vita ai primi due libri ufficiali (Selected Letters del 2013 e Selected Writings del 2016), sempre approvati da Cicely, ma nella cui lavorazione non interferì mai.
La copertina del secondo libro, in particolare, le piacque molto, quando David gliela portò, unita ad un mazzo di fiori del suo giardino scozzese, al St. Christopher’s in cui era ricoverata: avrebbe voluto donare il libro ai suoi amici per Natale, ma a luglio morì…
Il terzo libro, A Life and a legacy, è una biografia approfondita ed esauriente, pubblicata nel 2018 per celebrarne il centenario della nascita.
Quest’anno, poi, ha scritto (in collaborazione con studenti e attori non professionisti) e dato vita ad un “one act Play” intitolato “Cicely and David”, di cui ci ha regalato una commovente clip: presentato appena un mese fa all’Edimburgh Fringe Festival, ha riscosso molto successo.
Sollecitato da alcune domande dei partecipanti, ha sottolineato come la nostra Cicely “rompeva le regole perché si coinvolgeva emotivamente”, ma riusciva a proteggersi grazie alla presenza delle tre figure maschili centrali nella sua vita e nella sua opera (David Tasma, Antoni e Marian) e grazie alla sua forte fede cristiana: la sua spiritualità intensa lo colpì molto durante tutta la loro frequentazione, perché messa in pratica e sempre testimoniata nel suo operato.
Heather Richardson, in una serie di slides molto esaurienti, ha presentato i risultati scientifici e le attività odierne del famoso St. Christopher’s Hospice, la creatura di Cicely, rimarcando più volte la fedeltà alla Fondatrice, al suo spirito e ai suoi passi: cura personalizzata, attenzione ai dettagli dei sintomi, binomio inscindibile Mente e Cuore, esaudire i desideri dei pazienti, Riabilitazione palliativa olistica, paura della morte e ricerca sulla spiritualità.
Anche lei, in sintonia con David Clark, ha definito Cicely “a rule-breaker to do the right thing”: una che “rompeva le regole perché convinta di fare la cosa giusta”, intesa come “ciò che giovava ai malati inguaribili e ai morenti”; una donna così coraggiosa e creativa da esplorare un territorio fino ad allora sconosciuto ai medici, in particolare, tanto da dare il via ad una Rivoluzione vera e propria nel prendersi cura di loro.
Infine, abbiamo presentato il cammino della nostra Associazione: come dire, un onore e una grande emozione nel ripercorrerne la storia, dal gruppo di amici appassionati di Cicely e della sua presa in carico globale dei malati e delle loro famiglie, all’ufficialità dell’Associazione di Promozione culturale “Sul sentiero di Cicely” e al suo neonato sito web, attraverso incontri, riflessioni, narrazioni e progetti concreti per il futuro.
La proposta di David e di Heather di fare rete con loro, per testimoniare l’attualità dell’eredità di Cicely e del suo modo di prendersi cura del “dolore totale” dei pazienti, nelle Cure Palliative precoci, primarie e avanzate, ci ha entusiasmato e onorato: il Sentiero prosegue il suo cammino!