La dolorosa notizia della morte di Carlo Alfredo Clerici è arrivata mentre preparavamo gli ultimi dettagli organizzativi del webinar del 7 febbraio.
Una figura di tale grandezza umana e professionale da rendere impossibile tracciarne un “profilo” in queste poche righe: è stato però immediato collegare le parole ispiratrici del webinar (“speranza, incompiutezza, vulnerabilità, dialogo”) alla sua vita di medico, ricercatore, umanista… e molto altro.
Lo vogliamo ricordare, anche per la profonda sintonia che abbiamo spesso sentito ascoltandolo e leggendolo, con alcune commosse parole del suo grande amico, don Tullio Proserpio, nell’omelia durante il funerale all’Istituto Nazionale Tumori di Milano dove Carlo ha trascorso gran parte della sua vita di servizio, impegno, ricerca “a 360°” anche nell’ultimo pezzo di strada.
“…Sapeva riconoscere l’importanza della gentilezza e del ringraziamento in particolare verso le persone poco riconosciute dal sistema nel quale ci troviamo, quelle persone che non contano. Mi diceva una volta, lo scorso settembre: «La differenza nella giornata del paziente la fanno le persone che lavorano a contatto con il tuo corpo e pur nella fatica del lavoro, trovano occasione di gentilezza e grazia». (…) Carlo che si dichiarava non credente, o forse credente in modo particolare, perché le risposte della religione cristiana, come le aveva imparate da piccolo, non erano in grado di offrire risposte persuasive. Era infastidito peraltro nel sentire risposte di pura teoria, offerte da quanti si mostrano incapaci di scendere nel profondo degli interrogativi autentici che abitano il cuore di coloro che hanno invece il coraggio di lasciarsi interrogare ed insieme interpellare dalla realtà. Da parte mia posso dire che mi ha voluto realmente bene, proprio come un caro amico…”.
Per conoscere qualcosa di più di Carlo e leggere l’intero ricordo di don Tullio rimandiamo alla pagina di Avvenire a questo link
In occasione della 33esima Giornata del Malato dell’11 febbraio scorso, si è tenuto un evento speciale e particolarmente significativo all’Istituto Neurologico Besta di Milano, curato